lunedì 11 marzo 2019

Tubicini e drenaggi

Parliamo dei tubicini che vostro figlio potrebbe avere addosso avrà al termine dell’intervento. I vari tubicini possono un po’ spaventare, ma sono fondamentali per aiutare e accelerare la ripresa di vostro figlio. Il tubicino più frequente è la flebo o linea endovenosa.
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Questo tubicino pompa liquidi in una vena della mano o del braccio (talvolta in un piedino nei bambini più piccoli). I liquidi sono generalmente acqua, sali minerali e zucchero, essenziali finché il bambino non potrà bere autonomamente. Attraverso la flebo posso essere somministrati anche farmaci come gli antibiotici e antidolorifici. Se l’intervento ha interessato l’addome (la pancia), vostro figlio potrebbe avere un sondino naso-gastrico per drenare lo stomaco.
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 Il chirurgo inserisce questo tubicino dopo che il bambino è stato addormentato, attraverso il naso fino ad arrivare nello stomaco. Dopo un intervento, specialmente se sull’intestino, questo rimane fermo o comunque rallentato per qualche giorno. Per questo motivo, lo stomaco tende a riempirsi di fluidi e secrezioni intestinali che, se non vengono drenate all’esterno con il tubicino, possono provocare nausea e vomito. Il vomito, specialmente con una ferita addominale, può peggiorare il dolore o allentare i punti di sutura. I fluidi che escono dal tubicino sono spesso inizialmente biliari (verdastri o giallastri) e vengono raccolti in una sacca a bordo letto. La bile è prodotta dal fegato e serve ad aiutare la digestione degli alimenti. Talvolta le secrezioni potrebbero essere marroni, o anche più scuro con aspetto a fondi di caffè, tipico aspetto del sangue vecchio o digerito: questo potrebbe essere causato da un’irritazione dello stomaco, nulla di particolarmente preoccupante comunque. Quando l’intestino riprende a funzionare, il volume di queste secrezioni si riduce notevolmente e il colore si schiarisce: è quindi giunto il momento di rimuovere il sondino. Alcuni interventi prevedono la creazione di una gastrostomia, cioè un tubo che penetra direttamente nello stomaco ed esce attraverso la pelle nella parte sinistra dell’addome al di sotto delle costole.
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Questo tubo viene utilizzato quando è necessario drenare lo stomaco per lungo tempo o quando il bambino non può alimentarsi attraverso la bocca per lungo tempo: in questo modo il latte in formulazione può essere introdotto direttamente nello stomaco. Occorrono dalle 3 alle 4 settimane prima che il tubo della gastrostomia si sia consolidato, quindi, anche se è generalmente fissato adeguatamente all’interno, prestate la massima attenzione a non tirarlo inavvertitamente durante questo periodo. Se vostro figlio necessita di questo tubo, un’infermiera dedicata vi spiegherà il funzionamento e la corretta gestione della gastrostomia. Se vostro figlio ha subito un intervento sul torace, il chirurgo per lavorare ha dovuto far entrare dell’aria nel torace. Questo vale sia se l’intervento ha necessitato di un’unica grossa incisione sia se l’intervento è stato eseguito in toracoscopia con multiple piccole incisioni. Questa aria tende a far collassare il polmone. Ricordate sempre che l’anestesista ha sempre il controllo delle vie aeree, quindi questa evenienza non rappresenta un problema durante l’intervento. Al termine dell’intervento quest’aria deve essere espulsa dal torace o il bambino non potrà respirare efficacemente. Il chirurgo quindi deve posizionare uno o più tubi proprio per poter risucchiare quest’aria e le secrezioni che si potrebbero accumulare dopo l’intervento e permettere al polmone di espandersi adeguatamente. Il tubo viene fatto uscire attraverso la pelle, tra una costola e l’altra ed è poi collegato ad una camera di aspirazione. Dopo pochi giorni, generalmente il drenaggio viene tolto, praticando una leggera sedazione al letto del bambino. 

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