Parliamo dei tubicini che vostro figlio potrebbe avere
addosso avrà al termine dell’intervento. I vari tubicini possono un po’
spaventare, ma sono fondamentali per aiutare e accelerare la ripresa di vostro
figlio. Il tubicino più frequente è la flebo o linea endovenosa.
Questo tubicino pompa
liquidi in una vena della mano o del braccio (talvolta in un piedino nei
bambini più piccoli). I liquidi sono generalmente acqua, sali minerali e
zucchero, essenziali finché il bambino non potrà bere autonomamente. Attraverso
la flebo posso essere somministrati anche farmaci come gli antibiotici e
antidolorifici. Se l’intervento ha interessato l’addome (la pancia), vostro
figlio potrebbe avere un sondino naso-gastrico
per drenare lo stomaco.
Il chirurgo inserisce questo tubicino dopo che
il bambino è stato addormentato, attraverso il naso fino ad arrivare nello
stomaco. Dopo un intervento, specialmente se sull’intestino, questo rimane fermo
o comunque rallentato per qualche giorno. Per questo motivo, lo stomaco tende a
riempirsi di fluidi e secrezioni intestinali che, se non vengono drenate all’esterno
con il tubicino, possono provocare nausea e vomito. Il vomito, specialmente con
una ferita addominale, può peggiorare il dolore o allentare i punti di sutura.
I fluidi che escono dal tubicino sono spesso inizialmente biliari (verdastri o
giallastri) e vengono raccolti in una sacca a bordo letto. La bile è prodotta
dal fegato e serve ad aiutare la digestione degli alimenti. Talvolta le
secrezioni potrebbero essere marroni, o anche più scuro con aspetto a fondi di
caffè, tipico aspetto del sangue vecchio o digerito: questo potrebbe essere
causato da un’irritazione dello stomaco, nulla di particolarmente preoccupante
comunque. Quando l’intestino riprende a funzionare, il volume di queste
secrezioni si riduce notevolmente e il colore si schiarisce: è quindi giunto il
momento di rimuovere il sondino. Alcuni interventi prevedono la creazione di
una gastrostomia,
cioè un tubo che penetra direttamente nello stomaco ed esce attraverso la pelle
nella parte sinistra dell’addome al di sotto delle costole.
Questo tubo viene
utilizzato quando è necessario drenare lo stomaco per lungo tempo o quando il
bambino non può alimentarsi attraverso la bocca per lungo tempo: in questo modo
il latte in formulazione può essere introdotto direttamente nello stomaco. Occorrono
dalle 3 alle 4 settimane prima che il tubo della gastrostomia si sia
consolidato, quindi, anche se è generalmente fissato adeguatamente all’interno,
prestate la massima attenzione a non tirarlo inavvertitamente durante questo
periodo. Se vostro figlio necessita di questo tubo, un’infermiera dedicata vi
spiegherà il funzionamento e la corretta gestione della gastrostomia. Se vostro
figlio ha subito un intervento sul torace, il chirurgo per lavorare ha dovuto far
entrare dell’aria nel torace. Questo vale sia se l’intervento ha necessitato di
un’unica grossa incisione sia se l’intervento è stato eseguito in toracoscopia
con multiple piccole incisioni. Questa aria tende a far collassare il polmone. Ricordate
sempre che l’anestesista ha sempre il controllo delle vie aeree, quindi questa
evenienza non rappresenta un problema durante l’intervento. Al termine dell’intervento
quest’aria deve essere espulsa dal torace o il bambino non potrà respirare
efficacemente. Il chirurgo quindi deve posizionare uno o più tubi proprio per
poter risucchiare quest’aria e le secrezioni che si potrebbero accumulare dopo
l’intervento e permettere al polmone di espandersi adeguatamente. Il tubo viene
fatto uscire attraverso la pelle, tra una costola e l’altra ed è poi collegato
ad una camera di aspirazione. Dopo pochi giorni, generalmente il drenaggio
viene tolto, praticando una leggera sedazione al letto del bambino.
Nessun commento:
Posta un commento