lunedì 8 aprile 2019

Un caso di appendicite

Se vostro figlio sta per subire un intervento urgente immagino che non avrete il tempo di leggere questo articolo, tuttavia, forse, sapere alcune cose può essere utile qualora (speriamo di no!) dovesse capitare in futuro un’evenienza simile. Descriverò un caso di appendicite (infezione dell’appendice) come esempio classico di una condizione che richiede un intervento urgente. È la causa più frequente di intervento non programmato in età pediatrica.

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Stasera la cena è proprio un momentaccio. Vostra figlia ha appena mormorato, con voce un po’flebile e faccia pallida, che stasera non ha molta fame e che la sua pancia è un po’ sottosopra. Senza troppa esitazione le permettete di alzarsi da tavola senza finire la cena, raccomandandole di andare a letto presto stasera. Vi siete appena addormentati quando una vocina vicina al vostro orecchio sussurra “Mamma, mi fa male la pancia!” Vi alzate e provate a schiacciarle un po’ la pancia provocando subito smorfie di dolore e un “ahia!” un po’ in tutti i punti, ma soprattutto in basso a destra. State giusto pensando di chiamare il pediatra quando tutta la (poca) cena torna su e finisce su pavimento (o forse se siete fortunati siete riusciti ad arrivare in bagno!). La pancia fa sempre più male, la segreteria telefonica del pediatra consiglia, in caso di emergenza, di recarsi al pronto soccorso più vicino. E cosi, senza avere altre idee in testa, vi vestite e vi avviate verso l’ospedale. Appena arrivate al pronto soccorso ecco che vostra figlia vomita di nuovo. L’infermiera al triage vi accoglie, vi chiede che cosa è successo, raccoglie i dati e i parametri vitali (la pressione sanguigna, la frequenza cardiaca e la frequenza respiratoria) e vi invita ad accomodarvi nella sala d’attesa. Potrebbe esserci da aspettare un po’, portate pazienza, forse c’è qualcuno che sta peggio di vostra figlia e ha bisogno di cure più urgenti. Talvolta, se non c’è molto afflusso in pronto soccorso (raramente!) o se effettivamente vostra figlia sta molto male, potreste essere ammessi direttamente in sala visita. Il medico di guardia vi chiederà nuovamente che cosa è successo, quando e come vostra figlia ha iniziato a lamentare il dolore alla pancia, quali altri sintomi ha presentato oltre al dolore. Spesso in un ospedale generale dell’adulto è presente un pediatra di guardia che verrà contattato per visitare vostra figlia. In un ospedale pediatrico tutti i medici del pronto soccorso sono pediatri e talvolta potrebbe essere presente anche un chirurgo in servizio in pronto soccorso. Ad ogni modo se il pediatra ritiene che vostra figlia possa avere bisogno di un intervento chirurgico, chiamerà il chirurgo di guardia. Se vi trovate in un ospedale universitario, il primo medico che incontrerete potrebbe essere uno specializzando, che potrà comunque riferirsi al pediatra o al chirurgo di riferimento. È probabile che il medico richieda degli esami del sangue, per cui verrà fatto un prelievo a vostra figlia per valutare l’emocromo. La conta dei globuli bianchi è facilmente aumentata in corso di appendicite. Attraverso la cannula del prelievo potranno essere somministrati dei liquidi in flebo per far fronte alla perdita subita con il vomito e per somministrare gli antibiotici se il medico li riterrà necessari. Verrà probabilmente richiesta anche un’ecografia. Se la diagnosi non fosse ancora chiara del tutto, vostra figlia potrebbe essere ricoverata in ospedale per osservazione clinica. Questo significa osservare i sintomi finché questi non scompaiono o finché non diventa chiaro che vostra figlia necessita di essere operata. Non vi preoccupate se tutto questo processo porterà via un po’ di tempo, la reidratazione è importante e spesso serve a ridurre il rischio intraoperatorio, quindi meglio un’ora in più di flebo che andare di corsa in sala operatoria completamente disidratati. Allo stesso modo, gli antibiotici hanno bisogno di tempo per fare effetto e nessuno vuole fare un intervento che non sia strettamente necessario. La decisione se operare o meno potrebbe essere rinviata anche alla mattina successiva. Una volta confermata la diagnosi di appendicite viene attivata la procedura di urgenza e allertato il personale di sala operatoria. Il chirurgo (potrebbe essere anche lo specializzando) vi spiegherà in che cosa consiste l’intervento e vi chiederà di firmare il consenso informato, cioè l’autorizzazione per l’intervento su vostra figlia. Firmate solo dopo avete capito tutto quello che vi è stato spiegato e aver fatto tutte le domande necessarie per facilitare la comprensione. Nel caso di vostra figlia vi verrà spiegato che l’obiettivo dell’intervento è quello di rimuovere l’appendice prima che “scoppi” e diventi peritonite, cioè una grave infezione dell’addome che potrebbe complicare notevolmente l’intervento e il decorso postoperatorio di vostra figlia. Vi faranno entrare nel blocco operatorio, ma difficilmente potrete rimanere vicini a vostra figlia fino a quando sarà addormentata. In urgenza, il personale deve lavorare velocemente per indurre rapidamente l’anestesia e sareste di intralcio in sala operatoria. Difficilmente avrete la possibilità di scegliere il chirurgo in una situazione di urgenza, vi dovrete accontentare del chirurgo in servizio “di guardia” in quella notte. Il resto della procedura si svolge esattamente come una procedura elettiva o programmata, tranne per il fatto che voi sarete un po’ più in ansia. Preparatevi a rimanere in ospedale per qualche giorno. 

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Chirurgia mini-invasiva

La chirurgia mini-invasiva è ormai una pratica comune tanto nella chirurgia dell’adulto quanto nella chirurgia pediatrica. È esperienza comune avere almeno un parente sottoposto ad una qualche procedura chirurgica con tecnica mini-invasiva, per esempio all’asportazione della colecisti (cistifellea) attraverso multiple piccole incisioni attraverso cui il chirurgo inserisce strumenti montati su manici lunghi e sottili. Una telecamera con caratteristiche simili viene fatta generalmente passare attraverso un’incisione leggermente più grossa attraverso l’ombelico. La telecamera riprende l’interno dell’addome (laparoscopia) o del torace (toracoscopia) e lo proietta su uno schermo in sala operatoria affinché il chirurgo possa manipolare correttamente gli strumenti dall’esterno. Grazie alla continua innovazione e alla creazione di strumenti sempre più piccoli e precisi, questi interventi possono essere eseguiti in tutta sicurezza anche su bambini e neonati. Al giorno d’oggi esiste anche la possibilità di eseguire questi interventi attraverso un robot controllato direttamente dal chirurgo presente in sala operatoria o anche da remoto (il chirurgo potrebbe trovarsi anche in un’altra nazione). Il vantaggio principale della chirurgia robotica è che le “mani” del robot (precise e raffinate nei movimenti esattamente come la mano e il polso umano) sono molto più piccole di quelle del chirurgo e posso arrivare in punti dove le mani umane non arrivano. Ovviamente questi robot sono molto costosi e il loro impiego è limitato a Centri di alto livello. La chirurgia mini-invasiva comporta un minore dolore postoperatorio, una più rapida guarigione delle ferite e minori complicanze come ad esempio le infezioni di ferita. 

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Dolore Addominale nei Bambini

Il dolore addominale è uno dei problemi medici più comuni nei bambini. Rappresenta fino al 4% di tutte le visite mediche pediatriche e fino ...