La
chirurgia mini-invasiva è ormai una pratica comune tanto nella chirurgia dell’adulto
quanto nella chirurgia pediatrica. È esperienza comune avere almeno un parente sottoposto
ad una qualche procedura chirurgica con tecnica mini-invasiva, per esempio all’asportazione
della colecisti(cistifellea) attraverso multiple piccole incisioni
attraverso cui il chirurgo inserisce strumenti montati su manici lunghi e
sottili. Una telecamera con caratteristiche simili viene fatta generalmente
passare attraverso un’incisione leggermente più grossa attraverso l’ombelico.
La telecamera riprende l’interno dell’addome (laparoscopia)
o del torace (toracoscopia) e lo proietta su uno schermo
in sala operatoria affinché il chirurgo possa manipolare correttamente gli
strumenti dall’esterno. Grazie alla continua innovazione e alla creazione di
strumenti sempre più piccoli e precisi, questi interventi possono essere
eseguiti in tutta sicurezza anche su bambini e neonati. Al giorno d’oggi esiste
anche la possibilità di eseguire questi interventi attraverso un robotcontrollato
direttamente dal chirurgo presente in sala operatoria o anche da remoto (il
chirurgo potrebbe trovarsi anche in un’altra nazione). Il vantaggio principale
della chirurgia robotica è che le “mani” del robot (precise e raffinate nei
movimenti esattamente come la mano e il polso umano) sono molto più piccole di
quelle del chirurgo e posso arrivare in punti dove le mani umane non arrivano.
Ovviamente questi robot sono molto costosi e il loro impiego è limitato a
Centri di alto livello. La chirurgia mini-invasiva comporta un minore dolore
postoperatorio, una più rapida guarigione delle ferite e minori complicanze come
ad esempio le infezioni di ferita.
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