La stipsi è un problema gastrointestinale molto frequente
nella popolazione generale e in quella pediatrica che può avere conseguenze
importanti sulla salute e sulla qualità di vita. La stipsi viene definita come
un’alterazione dell’alvo, caratterizzata da diversi aspetti che spesso
coesistono: ridotta frequenza settimanale delle evacuazioni, episodi di
incontinenza fecale in bambini che hanno già acquisito il controllo degli
sfinteri, atteggiamenti ritentivi, emissione dolorosa di feci dure, presenza di
feci voluminose o a pallini, ingombro fecale rettale.
In realtà definire la stipsi non è cosa facile, soprattutto
in età pediatrica. Non è facile perché il medico deve contare sui sintomi
riferiti dai genitori, che talvolta considerano stitico il bambino anche quando
l'alvo è completamente regolare. Non è facile perché prima di tutto andrebbe
stabilito che cosa si intenda per alvo regolare, vista la grande naturale
variabilità soggettiva in termini di frequenza e caratteristiche delle feci.
Sono stati quindi definiti dei criteri diagnostici in
presenza dei quali, in base all’età del bambino, è possibile stabilire o meno
se sussista una condizione di stipsi funzionale.
La prevalenza della stipsi nella popolazione pediatrica
varia dallo 0.7% all’ 29.6% con una prevalenza media pari al 12%. Non è dunque
sorprendente che la stipsi sia responsabile di circa il 3% delle visite
ambulatoriali pediatriche e di circa il 25% delle visite specialistiche di
gastroenterologia pediatrica. Per fortuna solo pochi bambini (5%) presentano
una stipsi riconducibile ad eziologia organica. Nella maggioranza dei casi
(95%), la stipsi è di natura funzionale, senza evidenza obiettiva di una
condizione patologica sottostante. La diagnosi di stipsi funzionale si basa
sull’anamnesi e l’esame obiettivo. Ne consegue che la gestione della stipsi è
per il 95% di competenza ambulatoriale: il bambino il più delle volte non
necessita né di indagini di II° livello, né di essere indirizzato a strutture
più specialistiche. Una fisiologica evacuazione fecale è da sempre percepita dai
genitori come un segno di buona salute del bambino. I genitori prestano molta
attenzione alla frequenza e all’aspetto delle evacuazioni dei loro figli,
soprattutto nei primi mesi di vita. La stipsi diventa quindi una fonte di ansia
per i genitori, angosciati per la possibilità di una eventuale malattia
sottostante al sintomo del proprio figlio. I genitori sono preoccupati perché
le feci del bambino sono troppo voluminose o troppo dure, perché l’evacuazione
può essere eccessivamente dolorosa od infrequente. Per tutti questi motivi,
ogni cambiamento dell’evacuazione fecale del bambino, percepita come anormale
dal genitore, lo induce a richiedere la visita pediatrica. A tutto ciò va
aggiunto il fatto che i bambini con stipsi cronica possono presentare una bassa
qualità di vita e un disagio che può arrivare all’allontanamento dal gruppo di
pari, fino a un isolamento sociale. Per tutte queste ragioni la terapia della
stipsi è di grande importanza perché favorisce una soluzione del problema
fisico del bambino, permette il ritorno del bambino ad una vita sociale,
elimina i problemi psicologici associati, allontanando le preoccupazioni dei
genitori. Il trattamento della stipsi si basa su alcuni passi: una fase
educativa, una fase di rimozione dell’impatto fecale e una fase di prevenzione
del riaccumulo di feci (attraverso il toilet training, i rammollitori fecali e
la dieta).
Nessun commento:
Posta un commento