sabato 19 gennaio 2019

Cicatrici

La chirurgia ha a che fare con una o più incisioni. Tutti i processi riparativi del nostro organismo producono una qualche cicatrice, indipendentemente dalla profondità del taglio. Se la domanda è “Ci sarà una cicatrice?”, la risposta è “Sì”. Le dimensioni della cicatrice dipenderanno dall’estensione dell’incisione chirurgica richiesta. Per esempio, un piccolo nodulo del collo ci 1 cm di dimensioni richiederà un’incisione non molto più grande di 1 cm e di conseguenza una cicatrice di poco più di 1 cm.
Al giorno d’oggi molti interventi vengono eseguiti con tecnica di chirurgia mini-invasiva (laparoscopia, toracoscopia, chirurgia robotica), meglio conosciuta come la tecnica “dei 3 buchini”. In tal caso, saranno presenti più cicatrici di dimensioni ridotte (circa 1 cm o meno ciascuna) che saranno ovviamente meno evidenti di una singola grossa cicatrice.
Le cicatrici riguardano anche le strutture più interne e profonde, come i muscoli o gli organi interni. Una cicatrice all’interno dell’addome, per esempio, può portare alla formazione di aderenze intestinali, ossia un’aderenza tra differenti anse intestinali che si appiccicano tra loro. Talvolta, questa complicazione può causare un blocco intestinale. Re intervenire chirurgicamente una seconda o una terza volta nello stesso punto del corpo è più difficile proprio a causa di queste aderenze.
Ogni incisione chirurgica prevede anche una sutura. Generalmente il chirurgo usa dei fili di sutura (punti) che si sciolgono da soli e che quindi non devono essere rimossi in quanto vengono riassorbiti dal corpo. Spesso viene utilizzata una sutura definita “intradermica”, cioè un filo continuo che corre a “zig-zag” nello spessore della pelle senza lasciare i classici segni dei punti e che non necessita di essere rimossa. Altre volte verranno utilizzati dei punti che andranno rimossi dopo pochi giorni per evitare che lascino segni inestetici molto evidenti (ad esempio sul volto). Molto più raramente verranno utilizzate graffette metalliche che ovviamente dovranno essere rimosse con uno strumento apposito.
Spesso i Genitori chiedono se la cicatrice lascerà un segno evidente e se sarà necessario rivolgersi ad un chirurgo plastico per ottenere una cicatrice “invisibile”. La maggior parte dei chirurghi sono addestrati ad eseguire suture estetiche tali da ridurre il più possibile l’impatto visivo. Quando l’operazione viene condotta in zone particolarmente “visibili” del corpo (al volto, per esempio), il chirurgo può avvalersi dell’aiuto del chirurgo plastico per definire insieme il tipo di incisione che possa essere conseguentemente suturata nel miglior modo possibile. Nonostante le migliori intenzioni e la tecnica chirurgica più delicata, i processi di guarigione e di cicatrizzazione possono talvolta non essere ottimali o comunque all’altezza delle aspettative. Questo dipende dal fatto che tali processi variano molto da una parte del corpo all’altra. La faccia e il collo, per esempio, guariscono generalmente molto bene e in fretta e pertanto le cicatrici sono spesso minimali. In aree di pelle più spessa, ad esempio al di sopra di grossi muscoli dove i movimenti sono inevitabili (arti e articolazioni), i processi di guarigione sono più lenti. La cicatrice potrebbe allargarsi (diastasi) e non rimanere una linea sottile. Infine, la cicatrizzazione varia da persona a persona. Qualcuno può formare delle cicatrici brutte e spesse (cheloidi) con un aspetto finale davvero poco estetico, tipicamente se la ferita è stata sottoposta ad un qualche tipo di traumatismo (contusione, ustione o infezione). Talvolta la ferita chirurgica può infettarsi nel postoperatorio, specialmente se la condizione chirurgica che ha richiesto l’intervento era stata causata da un’infezione (ad esempio un’appendicite). La ferita diventa arrossata, calda e dolente. Talvolta se l’infezione è superficiale, è sufficiente applicare degli impacchi con garze caldo-umide sopra la ferita. Altre volte, se l’infezione si estende più in profondità, può formarsi del pus che potrebbe fuoriuscire spontaneamente dalla ferita o richiedere che la ferita venga riaperta per far drenare il pus all’esterno. In tale evenienza spesso la ferita viene successivamente lasciata aperta, in attesa che si chiuda spontaneamente. Inevitabilmente la cicatrice che ne seguirà sarà più ampia rispetto a quella che si sarebbe formata in assenza di infezione.

Dopo l'intervento

All’uscita dalla sala operatoria vostro figlio verrà condotto nella cosiddetta recovery room, ossia una stanza dove verrà monitorato e sorvegliato da personale infermieristico qualificato durante le fasi di risveglio prima di essere ricondotto nel reparto di degenza. In questa fase – generalmente della durata di 15-20 minuti - verrete fatti entrare per poter assistere ed essere vicini a vostro figlio al momento del risveglio. Durante il risveglio il bambino potrebbe piangere per dolore o semplicemente perché non si rende conto esattamente di che cosa è successo, è confuso e non sa dove si trova. Se prevalesse la componente del dolore potranno essere somministrati farmaci antidolorifici e/o tranquillanti a discrezione dell’anestesista. La vostra presenza o semplicemente sentire la vostra voce (calma e tranquilla come sempre!) potrebbe essere il miglior farmaco tranquillante per vostro figlio, quindi cercate di fargliela percepire in modo proficuo e non contribuite ad aumentare il suo stato di agitazione. Quando il bambino verrà giudicato sufficientemente stabile, potrà essere ricondotto in reparto di degenza.
Molti interventi non richiedono più la permanenza ospedaliera durante la prima notte postoperatoria: questo significa che vostro figlio verrà dimesso dopo qualche ora di degenza e potrete rientrare a casa tutti insieme. In tal caso la tipologia del ricovero è definita day surgery.
Se invece è previsto un ricovero ordinario per vostro figlio, al rientro in reparto riceverete istruzioni precise dal personale infermieristico del reparto di degenza sui comportamenti da tenere nell’immediato postoperatorio e sulla ripresa dell’alimentazione.
Se vostro figlio ha subito un intervento molto complesso e/o molto lungo, o se è molto malato al termine dell’intervento potrebbe essere trasferito nell’Unità di Terapia Intensiva (UTI) o più comunemente detta rianimazione. La rianimazione può essere un posto che incute timore e spavento se non la si conosce o se vostro figlio si trova proprio lì. Spesso suonano più allarmi contemporaneamente e ci sono tubi e cavi ovunque intorno al vostro bambino, magari pallido e sedato proprio lì in mezzo. Consolatevi pensando che vostro figlio non avrà comunque ricordo di questa fase del ricovero. In questo ambiente vostro figlio può essere monitorato e supportato in maniera molto più accurata e avrà un‘assistenza infermieristica dedicata. Spesso nelle prime ore postoperatorie vostro figlio potrebbe aver bisogno di una macchina che lo aiuti a respirare chiamato respiratore. Questo permette di mantenere vostro figlio maggiormente sedato e quindi di non fargli sentire dolore. Inoltre, potrebbe necessitare di vari medicinali e terapie per supportare ad esempio il battito cardiaco e la pressione sanguigna, tutti farmaci che devono essere attentamente monitorati ora dopo ora. Tutto questo sarebbe difficilmente realizzabile nel reparto di degenza ordinaria, dove una singola infermiera deve assistere fino a 6-8 paziente differenti. Quando questo livello di supporto non sarà più necessario, vostro figlio potrà essere trasferito nuovamente nel reparto di degenza ordinaria.  I medici rianimatori sono specializzati in cure intensive e vista la mole di lavoro spesso sono presenti in più di uno contemporaneamente. Il vostro chirurgo o i membri dello staff visiteranno anche loro vostro figlio durante la permanenza in rianimazione. Ma la persona che potrà darvi le informazioni più precise sulle condizioni di vostro figlio sarà la sua infermiera di riferimento, in quanto sempre al suo fianco e costantemente aggiornata sugli sviluppi del decorso postoperatorio. Sarà lei o lui la persona che, con più calma, potrà spiegarvi chiaramente le procedure e i trattamenti a cui viene sottoposto vostro figlio, come, se non meglio, del medico. In rianimazione ci sono orari di visita più stretti, per poter permettere a tutti i genitori di assistere il proprio figlio senza sovraffollare l’ambiente e anche perché spesso vengono eseguite procedure, talvolta urgenti, che impediscono la presenza dei genitori, anche se in altre stanze. Salvo casi eccezionali, in rianimazione non è in genere previsto che i genitori possano rimanere con il proprio figlio durante le ore notturne. Solo una parola riguardo le misure di contenzione. Bambini piccoli o bambini più grandi farmacologicamente sedati non sono in grado di capire l’importanza di non rimuovere la linea endovenosa o i vari tubicini attaccati in varie parti del suo corpo come quella nel naso: semplicemente danno fastidio e cercheranno con ogni mezzo di toglierseli. Per questo motivo qualche volta è necessario contenere gentilmente le mani, generalmente con delle bende morbide intorno ai polsi e fissate alle sbarre del lettino. Queste vengono mantenute solamente per il tempo strettamente necessario e appena possibile verranno rimosse. Non vi preoccupate, per fortuna questo periodo angosciante in rianimazione passerà velocemente e presto vostro figlio potrà essere nuovamente trasferito nel reparto di degenza chirurgica e successivamente tornare a casa.

Durante l'intervento

Dopo che vostro figlio sarà stato portato in sala operatoria, verrete fatti accomodare nella sala d’attesa o vi verrà indicato di attendere in Reparto dove attenderete il termine della procedura: i minuti vi sembreranno ore ma vedrete che prima ancora che ve lo immaginiate verrete contattati dal personale che vi informerà che la procedura è terminata e che potete nuovamente avvicinarvi alla sala operatoria per assistere vostro figlio durante la fase di risveglio. Se l’intervento fosse particolarmente lungo o dovesse prolungarsi riceverete delle comunicazioni di tanto in tanto dal personale di sala operatoria. La persona che vi riporterà il messaggio potrebbe essere anche personale non medico o infermieristico e pertanto non sapere nulla di più di quanto vi riferirà, quindi evitate se possibile di domandare altre informazioni perché semplicemente questa persona potrebbe non sapere cosa rispondervi. Inoltre, se possibile, non chiedete quanto durerà ancora la procedura. I genitori vogliono spesso sapere quanto tempo saranno separati dal proprio figlio. Sicuramente il chirurgo potrebbe avervi dato un’idea indicativa della durata dell’intervento, ma tenete sempre bene a mente che questo è solo indicativo. Potrebbe essere di meno o più facilmente un po’ di più rispetto alla previsione. I tempi di preparazione all’intervento spesso sono lunghi e sono tanto più lunghi quanto più complesso è l’intervento programmato. L’anestesista deve essere sicuro di avere tutti i parametri e i monitoraggi sotto controllo prima di dare il via libera al chirurgo. Al termine dell’intervento sarà concluso, il chirurgo generalmente attende che il bambino inizi la fase di risveglio prima di uscire e comunicarvi l’esito dell’operazione e anche questa fase richiede tempo. Penso che non vorreste affatto che l’anestesista o il chirurgo facessero un intervento “di corsa” proprio su vostro figlio! Quindi ci vorrà il tempo…per fare bene ogni cosa senza perdere tempo!
Dopo questo tempo infinito (ma in realtà nella maggior parte dei casi relativamente molto breve se considerate tutto il lavoro che viene fatto in quell’arco temporale) finalmente il chirurgo apparirà dalla porta della sala operatoria con un bel sorriso sulla faccia e vi riassicurerà sulle condizioni di vostro figlio. Mentre il chirurgo vi parla fate sì che tutto vi sia perfettamente chiaro: non esistono domande stupide, ma solo risposte stupide, a volte!

Prepararsi all'intervento

Per un intervento programmato in precedenza, sarete stati già istruiti su tutte le necessità e le specificità inerenti all’operazione per vostro figlio. Ora che siete arrivati in ospedale all’orario convenuto, verrete condotti al banco dell’accoglienza dove un’infermiera inserirà i dati di vostro figlio nel sistema informatico dell’ospedale: i dati anagrafici innanzitutto, quindi il medico di riferimento, le abitudini alimentari e intestinali, le comuni necessità quotidiane di vostro figlio, oltre alle informazioni mediche generiche quali allergie a farmaci o alimenti. Al termine di questa fase abbastanza noiosa, l’infermiera vi chiederà anche una firma per il trattamento dei dati sensibili in ottemperanza alla normativa sulla privacy (questo non è ovviamente il consenso all’intervento chirurgico!). Successivamente, viene posizionato un braccialetto identificativo al polso di vostro figlio che non dovrà essere rimosso fino alla dimissione dall’ospedale.
Vi verrà chiesto da che ora il bambino è a digiuno, a conferma di quanto vi è stato detto in precedenza al pre-ricovero. Se anche per sbaglio non sono state seguite scrupolosamente le istruzioni riguardo al digiuno preoperatorio, segnalatelo immediatamente all’staff dell’ospedale al vostro arrivo.
Analogamente vi verrà chiesto se vostro figlio ha presentato segni o sintomi di raffreddore o febbre nelle ultime 48 ore o se il bambino è stato esposto recentemente a varicella, rosolia, morbillo o altre malattie esantematiche. In tal caso l’intervento non potrà essere eseguito in quel giorno per il rischio di complicanze di tipo respiratorio in corso di anestesia generale. Qualora fosse possibile segnalate in anticipo, anche telefonicamente, direttamente il vostro medico di riferimento o lo staff del reparto di ricovero avvisandoli di queste possibili condizioni: in tal modo l’intervento chirurgico verrà riprogrammato in un’altra data ed eviterete di perdere una giornata lavorativa.
Completata la fase di accoglienza, a vostro figlio verrà assegnata una stanza e un letto. Qui potrete fargli indossare il pigiama e attendere la chiamata per l’intervento. L’attesa potrebbe essere lunga e snervante, cercate quindi di sostenere e incoraggiare vostro figlio senza perdere voi stessi la pazienza.
Nei vari colloqui/interviste potreste non comprendere perfettamente il gergo medico: in tal caso, per favore, fermate il vostro interlocutore e chiedete spiegazioni più comprensibili riguardo al termine che non avete chiaro. Continuate a chiedere fino a che tutto non vi sarà chiaro. È vostro diritto essere perfettamente informati e consapevoli di ciò che vi accadrà o accadrà a vostro figlio.
Una volta chiamati in sala operatoria, vi verrà chiesto di indossare una cuffia e una cappa al di sopra dei vostri vestiti e scarpe e verrete fatti accomodare insieme a vostro figlio nella stanza di preanestesia: qui incontrerete un nuovo medico, forse il primo medico di tutta la giornata. Generalmente è il medico anestesista che vi spiegherà che cosa succederà di lì a breve. Potreste essere invitati ad essere presenti in sala operatoria all’momento dell’induzione dell’anestesia generale fino a quando vostro figlio non si sarà addormentato. In alternativa, potrebbe essere somministrata a vostro figlio una leggera sedazione, generalmente per bocca o attraverso il sederino. Questa medicina renderà vostro figlio come se fosse ubriaco, aiutandolo a superare il momento del distacco dai genitori. Qualche volta il sedativo potrebbe essere utilizzato anche per i genitori!!!
Sempre prima di entrare in sala operatoria incontrerete anche il vostro medico di riferimento o comunque il chirurgo che opererà vostro figlio e verrà effettuata un’ultima visita. Qui viene eseguita la cosiddetta rivalutazione preoperatoria, ovvero viene confermata la procedura chirurgica concordata ed eventualmente il lato dell’intervento (anche con un piccolo segno visivo a penna sulla pelle e nelle vicinanze della sede da operare). Operare il lato sbagliato è molto meno comune di quanto la stampa non faccia credere, ma purtroppo gli errori possono accadere. Per tranquillizzarvi ulteriormente sappiate comunque che, immediatamente prima di iniziare la procedura chirurgica, viene eseguito il cosiddetto time-out, vale a dire una conferma verbale in cui tutta l’equipe chirurgica concorda che si sta per effettuare la corretta procedura nella corretta sede sul corretto paziente.

venerdì 18 gennaio 2019

Il pre-ricovero

Per pre-ricovero si intende un accesso ospedaliero diurno (senza pernottamento, generalmente occupa un’intera mattinata) precedente alla data fissata per l’intervento: esso può svolgersi diversi giorni prima o anche il giorno precedente l’intervento. Giunti per l’appuntamento del pre-ricovero, i genitori insieme al proprio figlio vengono accolti da un’infermiera che prepara tutta la documentazione clinica necessaria. Durante il pre-ricovero vengono generalmente eseguiti gli esami preoperatori (se necessari), viene effettuata la valutazione anestesiologica e viene compilata la cartella clinica con le informazioni mediche necessarie ai fini dell’intervento. La cartella clinica viene generalmente compilata da un medico specializzando (medico in formazione specialistica) e questa viene successivamente visionata e firmata dal medico di riferimento. Sempre nell’ambito del pre-ricovero viene richiesta la firma del consenso informato all’intervento chirurgico e all’anestesia: è importante per tale motivo che siano presenti entrambi i Genitori o almeno avere la delega del Genitore assente. Al termine del pre-ricovero vengono fornite le indicazioni logistiche per il giorno dell’intervento (a che ora e dove presentarsi) oltre alle indicazioni per il digiuno preoperatorio. Prima di un intervento è infatti necessario un periodo di digiuno sufficiente per avere la certezza che lo stomaco sia completamente vuoto e quindi evitare possibili complicazioni durante l’induzione dell’anestesia. Per i bambini l’intervallo di digiuno è molto variabile in base all’età e quindi al tipo di alimentazione che il bambino assume, variando dalle 3 ore per il latte materno fino alle 8 ore per un’alimentazione di tipo adulto. È molto importante seguire scrupolosamente quanto vi viene indicato.

Prima volta in ospedale con tuo figlio? Vieni, ti porterò per mano...

Quando si entra per la prima volta in un ospedale, sembra di essere attorniati da un’infinità di figure professionali differenti. Tutti sembrano avere il loro ruolo ben preciso e orientato alla cura del proprio figlio, anche se non sempre è ben chiaro chi essi siano o cosa rappresentino. Un determinato medico ha stabilito di affidare la cura di vostro figlio e voi Genitori di conseguenza ad un determinato gruppo di professionisti che voi probabilmente farete fatica a riconoscere e distinguere. La maggior parte di loro saranno abbastanza cortesi da presentarsi e alcuni di essi vi spiegheranno anche quale sia il loro ruolo. Ma non fate troppo affidamento sul fatto che possa succedere sempre o comunque potreste essere abbastanza sopraffatti da tutto ciò che vi sta accadendo da non riuscire a ricordare chi sia la Signora X o di che cosa di occupi il Dottor Y. Non vi preoccupate in questo momento di questo aspetto, è normale. Vedremo più avanti in dettaglio le vari tipologie di professioni e mansioni che ruoteranno intorno a vostro figlio finché rimarrà ricoverato.
Per il momento vediamo di addentrarci nel giorno dell’intervento chirurgico. Se con il dottore che segue vostro figlio avete concordato la procedura chirurgica – e non si tratta di un intervento urgente – questa potrebbe essere chiamata procedura in elezione. Questo termine indica che avete scelto, concordato insieme la tempistica e le modalità del ricovero e dell’intervento in base alle condizioni di salute di vostro figlio e in base alla disponibilità vostra e del chirurgo. L’intervento può essere elettivo ma essere pur sempre necessario.

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Dolore Addominale nei Bambini

Il dolore addominale è uno dei problemi medici più comuni nei bambini. Rappresenta fino al 4% di tutte le visite mediche pediatriche e fino ...